sábado, maio 16, 2009

José Mourinho

INTER CAMPEÃO DE ITÁLIA

Un marziano sulla serie A

Mourinho ha preso la laurea


La parabola di successo del tecnico che ha cambiato il modo di comunicare con i media e che vince con la cura dei dettagli. Un vincente che all'Inter ha sbagliato solo qualche scelta di mercato

MILANO - Da qualunque parte lo si voglia guardare, l'avvento di Josè Mourinho è paragonabile all'atterraggio di un extraterrestre. Il pianeta in questione, la serie A, è stato conquistato prima ancora dell'ultima partita che ha consegnato lo scudetto all'Inter. Perché l'uomo di Setubal ha dato al calcio italiano una chiave di lettura diversa. Provocatoria e conflittuale, ma anche dettagliata, analitica, razionale. Mettete insieme il celebre "Io non sono un Pirla" e la cura maniacale per l'erba tagliata dai giardinieri di San Siro e otterrete una strana combinazione. Mai vista prima da queste parti. Strana, ma vincente.
PRO E CONTRO - Nessuno aveva avuto un impatto simile sui media. Ma detto che le abilità comunicative dell'uomo raggiungono vette elevatissime, forse addirittura pari a quelle tattiche, è il momento di aprire il dibattito sui meriti del tecnico che ha ereditato il gruppo (già plurititolato) di Roberto Mancini. Ecco il primo punto: se si guarda alla campagna acquisti caldeggiata (Quaresma, Amantino Mancini, Muntari) il flop è evidente. Il secondo riguarda il gioco: l'Inter alla portoghese, come quella che l'ha preceduta, non ha incantato ricalcando per larghi tratti il vecchio modulo. Con il terzo entriamo in territorio amico: non si ricorda negli ultimi anni un'operazione coraggiosa come quella che ha portato Santon a vestirsi da veterano, assicurando al calcio italiano anni di fascia destra (o sinistra) stracoperta; a ciò va aggiunta la rivalutazione del "capitale Balotelli", perso in inverno, recuperato alle soglie della Primavera e più in là. Il quarto punto, l'ultimo, è quello della dicotomia che ha scavato un solco nell'animo degli interisti: vincere in Italia uscendo quasi subito della campagna europea non corrisponde propriamente ai desiderata di inizio stagione. E da qui ripartirà la prossima missione dell'extraterrestre, che in cuor suo sogna di infilare al dito anche l'anello della Liga dopo quello tricolore e quello della Premier.
BILANCIO - Impossibile negare la laurea a un uomo che ha vinto ovunque è andato e quasi sempre al primo colpo. La sua gestione ha toccato il picco di irascibilità dopo il tracollo di Bergamo ma tutto sommato ha garantito a un gruppo di veterani l'unità necessaria a centrare l'obiettivo. Nel calcio in fondo contano i "tituli", e Mourinho ne ha messi in carniere due: la Supercoppa e lo Scudetto. Difficile dargli torto. E se alcuni tratti del suo carattere si prestano ad una duplice lettura, e c'è anche chi individua in lui luci ed ombre, indubbia è invece la sua levatura quando gli si presenta l'occasione di aiutare chi nella vita ha avuto meno fortuna di lui: se il suo impegno in Africa è noto, meno nota è la grande disponibilità mostrata in tempi recenti alla Pinetina. Quando un bambino cieco è andato a trovarlo per un saluto ed un autografo, lui lo ha voluto con sé in panchina durante la seduta di allenamento della squadra e gli ha spiegato per filo e per segno quel che succedeva in campo, trattenendo poi il giovane ospite anche a pranzo. Al suo tavolo, naturalmente.
Gazzetta dello Sport
Parabéns a José Mourinho, Luís Figo e a toda a equipa técnica portuguesa.

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